Biotech & Pharma Business
1 Agosto 2009 - I farmaci per gli organi senso, osservando la composizione della spesa farmaceutica nazionale del 2008, sono a carico del SSN per un 41% ( pari a 200 milioni di euro ), mentre per il 54% sono acquistati direttamente dai cittadini e per il restante 5,1% dalle strutture pubbliche.
Dall’analisi della prescrizione territoriale si osserva che i farmaci per gli organi di senso occupano l’undicesimo posto nei consumi incidendo per l’1,6% sulla spesa. Rispetto al 2007 i farmaci di questa classe hanno registrato un aumento delle quantità prescritte ( +2,9% ) e soprattutto della spesa ( +5,3% ). L’effetto mix di +1,9% rispetto al 2007 si è associato a una sostanziale stazionarietà dei prezzi di questi farmaci ( +0,4% ), indicando un ricorso a molecole più costose.
Il confronto internazionale mostra che in Italia la quota di spesa pubblica e privata per i farmaci degli organi di senso rispetto ad altri Paesi europei è tra le più elevate ( 2,5% ), superata solo da quella della Francia ( 2,6% ).
A livello regionale l’analisi della spesa e delle quantità prescritte per questi farmaci mostra che, analogamente a quanto osservato nel corso del 2007, sono le Regioni del centro Italia – in particolare Marche ( 4,9 euro di spesa pro capite e 24,8 DDD/1000 abitanti die ) e Abruzzo ( 4,4 euro di spesa pro capite e 22,9 DDD/1000 abitanti die ) – a registrare gli scostamenti maggiori in eccesso rispetto alla media nazionale ( 3,3 euro e 17 DDD/1000 abitanti die ).
Tra i sottogruppi dei farmaci per gli organi di senso si nota un aumento dei consumi territoriali dei colliri a base di analoghi delle prostaglandine da soli o in associazione a un betabloccante ( +6,3% DDD/1000 abitanti die rispetto al 2007 ).
Il Timololo rappresenta il farmaco più prescritto sul territorio ( 4,5 DDD/1000 abitanti die ) seguito dal Latanoprost ( 2,7 DDD/1000 abitanti die ), mentre tra le associazioni la più prescritta è Dorzolamide e Timololo ( 1,4 DDD/1000 abitanti die ). Tra essi il Latanoprost occupa il primo posto per spesa.
La spesa a carico delle strutture pubbliche per i farmaci di questa classe ammonta a 24,8 milioni di euro ( poco più del 10% di quella territoriale, che è di 200 milioni di euro ). Circa il 60% di questa spesa è dovuta ai consumi di tre sole molecole: Verteporfina, Ranibizumab e Pegaptanib, farmaci per la degenerazione maculare, di classe H, da somministrare per via intraoculare e quindi utilizzabili solo in ospedale.
La Verteporfina era l’unico farmaco disponibile per queste patologie fino al 2007, anno in cui Ranibizumab e Pegaptanib hanno ottenuto l’indicazione registrata.
In realtà nel corso del 2008 è stato fatto largo uso per la terapia della degenerazione maculare di iniezioni intraoculari di Bevacizumab introdotto nell’elenco dei farmaci previsti dalla legge 648/96; tale uso è stato sospeso nel 2009.
Tra le prime venti categorie terapeutiche di classe C con ricetta a maggiore spesa nel 2008 figurano al 16° e 17° posto gli antibiotici topici associati a steroidi e gli antibiotici e antivirali oftalmici ( rispettivamente con 3,6 DDD/1000 abitanti die e 4,3 DDD/1000 abitanti die ), per una spesa pari a 42,6 e 41,4 milioni di euro.
Tra i primi venti principi attivi OTC a maggiore spesa troviamo al 12° posto la Nafazolina in formulazione collirio ( 7,3 DDD/1000 abitanti die, 19,1 milioni di euro ).
Fonte: Gruppo di lavoro OsMed. L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto nazionale anno 2008. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2009
XageneFinanza2009
2000-2014© XAGENA srl - P.IVA: 04454930969 - REA: 1748680 - Tutti i diritti riservati - Disclaimer